Camera rossa
Le pareti della Camera rossa erano decorate da una fascia composta da dieci paesaggi alternati a quindici figure femminili a chiaroscuro sedute entro una nicchia. Sul camino era rappresentata La fuga di Enea da Troia, mentre sul soffitto erano dipinte diverse teste, a due colori, che con il distacco si ridussero al numero di quattro.
Quattro paesaggi si trovano oggi in collezione privata milanese, mentre i restanti passarono in eredità ai conti Masolini: sei paesaggi, l’episodio di Enea e le quattro teste furono donate nel 1945 alla Pinacoteca, invece i quindici monocromi femminili nel 1929 furono inseriti nel fregio di una stanza di Palazzo Rosselli del Turco, dove sono tuttora conservati.
La camera rossa è una delle stanze in cui la presenza del Guercino fu più assidua: se si escludono le quattro teste e i due scomparti Giardino con pergolato e Paesaggio con mucche al pascolo, sicuramente di bottega, nelle altre scene e nell’episodio di Enea è evidente l’autografia del Guercino (con l’eccezione della presenza di un collaboratore nella parte destra dell’Estrazione della canapa dal macero). In Guercino la narrazione dei propri luoghi (il fiume, i maceri, la campagna) e dei paesaggi del vissuto quotidiano (con mulini, barche, contadini al lavoro, pastori con le pecore) raggiunge sempre vette altissime perché è caricato di suggestioni intime e di romanticismo e a volte anche di una velata malinconia.