Stefano Felice Ficatelli (Figatelli/Fegatelli)

San Biagio intercede presso la Madonna per la cessazione della peste del 1630

XVIII secolo

esposta

Sullo sfondo dei dipinti la Rocca, testimone dei valori municipali della città, fa da scenografia e da puntuale riferimento topografico a due scene notturne dove il Borgo di Mezzo, l’attuale corso Guercino, e la porta urbana con il ponte levatoio sono ben riconoscibili. In entrambi i casi si ricorda che l’intervento divino ha salvato i Centesi da sciagure proteggendo la comunità attraverso i suoi patroni. Dall’alto di un cielo scuro, san Biagio e san Michele arcangelo dispensano la loro protezione a tutta la città, prostrata ai loro piedi dolente e straziata dai terribili flagelli della guerra e della pestilenza.

San Michele, ferma Luigi Dal Verme che, agli ordini di Nicolò Piccinino, nel 1443 era entrato a Cento attraverso la Rocca; il condottiero, volge il capo verso l’improvvisa apparizione del santo, mentre gruppi di soldati si danno alla fuga davanti all’incedere del popolo centese esortato alla battaglia dal “Principe delle Milizie Celesti”. Nella tela con san Michele il castello incombe sull’abitato mostrando un lungo tratto del Borgo di Mezzo, l’attuale corso Guercino, ancora riconoscibile nell’insieme, sebbene i portici e le case risultino sovradimensionati.

San Biagio, con gesto implorante, mostra alla Madonna il suo popolo sfinito e decimato dalla peste mentre i monatti caricano i cadaveri sui carri. La narrazione dei miracoli avviene sostanzialmente su due registri, quello divino e quello terreno suddiviso in gruppi giustapposti, come su un proscenio teatrale; sullo sfondo di entrambi la Rocca, inequivocabile simbolo civile, da sempre testimone dei valori municipali della cittĂ . La tela con san Biagio mostra invece una veduta esterna della Rocca con il prospetto nord-ovest perfettamente descritto: il mastio con il rivellino e la porta urbana con il ponte levatoio, spostata rispetto al rettifilo della via per Bologna e del Borgo di Mezzo sul quale sorgeva il castello

L'Oratorio di San Michele, o della Comunità, dal quale provengono le opere, era posto al piano terra del palazzo del Comune a uso sia dei membri del governo municipale, che vi accedevano tramite una porta interna, sia del culto pubblico. Nel 1861 la cappella fu smantellata per la creazione delle Regie Poste. 

Autore Stefano Felice Ficatelli (Figatelli/Fegatelli)
Tipologia Dipinto
Tecnica Olio su tela
Misure 160x180cm