Francesco Capuri
Guido Reni
Rinaldo Corradino sul mulo
XVII secolo
esposta
Il quadretto ha un soggetto piuttosto singolare, in quanto raffigura un uomo dall’aspetto arcigno, coperto da un mantello e da un cappello neri, che cavalca un mulo, stringendo nella destra un bastone sul quale sta appollaiata una civetta, mentre tiene appeso alla sella un fascio di verghe legate tra loro. Questi elementi lo individuano come un uccellatore, dedito a un particolare tipo di caccia con il metodo dell’inganno. Il cappio che l’uomo porta al collo, il mulo e l’abbigliamento non sembrano però pertinenti con questa attivitĂ , e questo fa pensare che l’immagine abbia un intento denigratorio nei confronti del personaggio, la cui identità è rivelata dal cartello che porta sul mantello.Â
Il piccolo dipinto, inizialmente proposto sul mercato antiquario come opera di un seguace di Annibale Carracci, fu acquistato da Denis Mahon che, ritenendolo opera del giovane Guercino, ne fece dono alla Pinacoteca di Cento.
L’individuazione della puntuale descrizione dell’opera in un inventario del 1693, relativo ai beni posseduti dal principe Giovan Battista Borghese ha però indotto a riaprire le ipotesi attributive, e lo storico dell’arte Daniele Benati lo ha assegnato alla mano di Guido Reni, artista vicino alla nobile famiglia romana.Â
Mahon, integrando le poche lettere effettivamente leggibili (“Rinald /Co[…]d”), lo aveva identificato con la figura di Rinaldo Corradini, personaggio dall’aspetto grottesco, bolognese di nascita, collaboratore di Annibale Carracci e ampiamente documentato a Roma come pittore-decoratore.
Poiché il quadretto in esame lo ritrae con ironia un po’ cattiva è stato supposto che la rappresentazione allegorica intendesse mettere alla berlina un personaggio noto nell’ambiente artistico della capitale, alla quale rimandano le architetture antiche nel paesaggio di sfondo.
Autore | Guido Reni |
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Tipologia | Dipinto |
Tecnica | Olio su tela |
Misure | 53x99 cm |