Adolfo Wildt

Un Rosario

XX secolo

non esposta

Di questa scultura conosciamo almeno altre tre versioni: per tutte, la data di esecuzione è il 1915.

Un Rosario viene scolpito da Wildt pochi mesi dopo Prigione, che potremmo considerare come l'atto conclusivo della sua ricerca sulle capacità espressive della materia cui vengono impresse forme anatomiche esasperate, con sinuosità e opposizioni di masse di stampo barocco.

Non compaiono violente mutilazioni della materia, forti contrasti di luci e ombre, muscoli e tendini tesi dagli spasmi, ma un linguaggio depurato eppure espressivo nella tensione sintetica del fluire di poche linee tracciate su una massa slanciata e lieve, su superfici di decadente sensualità.

E' un volto puro e delicato quello di Un Rosario, né maschile né femminile: il collo si fa esile cilindro, il volto scavato diviene forma semplice e materia essenziale, nulla resta di eccedente o descrittivo; possiamo solo percepire un flebile respiro o un ultimo alito di vita.

L'oro, che ricopre per intero il bronzo donando alla superfice morbidazza e sensualità velata, crea effetti luministici caldi e avvolgenti che contribuiscono a sottolineare il calassico equilibrio ritmico dei volumi.

Un Rosario è sicuramente, all'interno del percorso artistico di Adolfo Wildt, un capolavoro di purezza espressionista: non è difficile infatti individuare, già dal 1906, nelle sue sculture, un linguaggio fortemente legato al sentimento, all'emozione, all'espressione del sentire umano nelle sue forme più potenti e patetiche.

Evidenti sono le suggestioni della scultura toscana del Quattrocento, di Michelangelo e delle sue ultime Pietà, fino a Casorati, con uno sguardo a Klimt e Munch.

La scultura fa parte del nucleo originario di opere con le quali, nel 1959, furono  inaugurate le prime tre sale della Galleria d'Arte Moderna di Cento.

 

Provenienza: Cento, Collezione della GAM “A. Bonzagni”

Autore Adolfo Wildt
Tipologia Scultura
Tecnica Bronzo dorato
Misure 40x51x29cm