Stanza dell’Estate
Nella Stanza dell’Estate erano dipinti nove scomparti con scene campestri e paesaggi, giardini, lavori agricoli, intrattenimenti. Inoltre, in un affresco sopra una porta era raffigurata l’allegoria dell’Estate, rappresentata dalla dea Cerere e dai tre segni zodiacali della stagione. Mentre quest’ultimo dipinto rimase a Casa Pannini fino al XX secolo, quando andò disperso, le altre nove scene passate in proprietà ai conti Masolini furono donate dal marchese Pio Rosselli del Turco alla Pinacoteca. In questi riquadri si ravvisa la presenza o compresenza del Guercino in questi riquadri che, come nella Camera rossa e nelle altre Stanze delle Stagioni, raccontano la vita nelle campagne centesi (il bagno nel fiume, la pesca, i lavori agricoli, gli animali, il bucato steso ad asciugare) e, inoltre, gli ozi nei giardini nobiliari. Oltre al racconto popolare di un’umanità semplice, emergono l’amenità della campagna e la serenità del lavoro agricolo, specchi di quell’amore per la natura e il paesaggio che era stato anche di Dosso Dossi e di Scarsellino.