Chiesa di Santa Maria Addolorata dei Servi
Inizialmente dedicata alla Purificazione di Maria, la chiesa venne edificata a partire dal 1590 dai Padri Serviti di Santa Maria della Consolazione di Ferrara.
Questo ordine si distinse nei secoli per la diffusione del culto della Madonna Addolorata, alla cui iconografia, con la spada che le trafigge il cuore, è ispirata la statua in cartapesta, gesso e stoffa che orna l’altare maggiore.
L’edificio fu ristrutturato dopo un grave incendio nel 1613, mentre nel corso del XIX secolo subì diversi lavori di rifacimento, che interessarono anche la facciata, dove furono collocati due stupendi angeli settecenteschi in marmo, provenienti dalla chiesa di San Biagio.
L’interno, a navata unica, conserva importanti opere d’arte: “Il sudario portato dagli angeli” del Guercino (brano d’affresco del 1612-13, poi trasportato su tela), “L’Arcangelo Michele” (1613 ca.) di Denijs Calvaert e “San Francesco riceve le stigmate” (1618-20) attribuita a Lorenzo Gennari, forse con interventi del Guercino.
Dall’inizio del 1700 si riunisce nella chiesa la Compagnia del Sacco, fondata nel 1641 dal padre cappuccino Giovanni da Sestola, con il compito di vegliare sul Santissimo durante la pratica devozionale delle Quarantore e fare pubblicamente una ricca elemosina a ogni povero il giorno del giovedì santo.
A distanza di secoli, ancora oggi i confratelli della Compagnia del Sacco partecipano, nella Basilica di San Biagio, alla celebrazione delle Quarantore, abbigliati con il tradizionale saio bianco cinto di corda e con il volto nascosto dal cappuccio.
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Attualmente la chiesa è chiusa per restauro.