Cento, la terrra che ha ispirato il maestro della pittura barocca.

Un filo rosso si dipana lungo le strade e le campagne del territorio centese: esso è indissolubilmente legato alla presenza e alla memoria del Guercino, simbolo venerato, genius loci, figura sacra per l'intera comunità.

In controparte la città di Cento, con i suoi monumenti e i suoi paesaggi, le sue vivaci attività, le fisionomie intense degli abitanti, la ritualità civile e la sentita spiritualità ha influenzato i temi, i soggetti, i colori e le atmosfere immortalati dall'artista.

L'itinerario guerciniano in terra centese è un viaggio alla scoperta dei luoghi dell'anima, una topografia sentimentale che indaga i recessi più intimi del pittore: la fervente devozione e i ricordi familiari, l'elevazione personale e la celebrazione artistica, le radici estetiche e il senso del bello, la passione pittorica e l'orgoglio civile. Insieme, è la scoperta di una natura emotivamente intesa, popolata di scorci romantici e orizzonti poetici. 

In questo percorso si svelano, davanti ai nostri occhi, l'affresco che il Guercino realizzò, ragazzino, sul muro della casa paterna (1), la Basilica in cui fu battezzato (13) (come testimonia il Libro dei Battesimi dell'archivio di san Biagio, alla data 8 febbraio 1591), la chiesa in cui andava a pregare (7), la cappella di famiglia innalzata a memoria del suo nome (14,3), la scuola in cui insegnava pittura (10), la casa che divise col fratello Paolo Antonio (8), la Rocca (12) che riprodusse in tante opere.

Proprio dall'alto del mastio della Rocca, il castello che domina Cento, il Guercino osservò i cieli rannuvolati che riprodusse nelle sue tele, popolati di angeli e puttini, e ammirò le distese di grano, le placide acque del fiume Reno e i profili dei campanili che raffigurò negli affreschi.

Nella patria tanto amata il Guercino e la sua bottega adornarono gli altari delle chiese con opere meravigliose (San Biagio (12), Santa Maria dei Servi (15), Santa Maria Maddalena (14), San Pietro (6), Santi Sebastiano e Rocco (8), Santa Maria e Sant'Isidoro del Penzale (12), San Giorgio a Corporeno (17), San Sebastiano a Renazzio (18)) e affrescarono divertenti episodi di vita locale, battaglie animate da suggestivi paesaggi nelle dimore nobiliari (Casa Pannini (2),(1),(20), Palazzo Provenzali Benazzi (12), Casa Benotti Chiarelli (1), Castello della Giovannina (21)). Nella vicina Pieve di Cento, il Guercino lavorò per la chiesa dell SS. Annunziata degli Scolopi (ora l'opera è in Santa Maria Maggiore, (19)), i collaboratori per le chiese di Santa Chiara e dei Santi Sebastiano e Rocco.

Oltre a questo patrimonio artistico diffuso, ci sono i musei e le collezioni che espongono le opere guerciniane: Civica Pinacoteca il Guercino (1), chiesa di San Lorenzo (3), Palazzo Rusconi, sede delle Collezioni d'arte Credem (10), la Pinacoteca G. Campanini di Pieve di Cento (20).

A ricordo del legame appassionato con il proprio figlio più illustre, la città di Cento ha dedicato al Guercino la piazza principale, in cui campeggia la statua marmorea del pittore, opera ottocentesca dello scultore Stefano Galletti.