Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino
Matteo Loves
Cristo morto
XVII secolo
esposta
L’iconografia del Cristo morto deriva da quella del Compianto, ma si concentra sulla rappresentazione del corpo esanime di Gesù, di fronte al quale siamo esortati a compiere una riflessione sul mistero della sua incarnazione e della sua morte. L’anatomia del corpo, modellata dalla luce e perfettamente proporzionata, appare naturale e quasi tangibile. La testa, appoggiata su un cuscino, si reclina leggermente per lasciare vedere il volto, sereno dopo tanta sofferenza.
Si tratta di un’opera mirabile, in base al formato probabilmente un sottoquadro, un tempo collocato nella cappella dell’Addolorata della chiesa di San Pietro a Cento e commissionato dalla famiglia Piombini. La cornice attuale a forma di teca, ottocentesca, accentua l’aspetto quasi illusionistico del sepolcro e i dettagli dei capelli ramati, delle vene e dell’incarnato pallido contribuiscono a farne una presenza di grande suggestione.
Attribuito in passato alla mano del Guercino per la sua altissima qualità , il dipinto è ora ritenuto opera matura di uno dei suoi fidati collaboratori, l’artista di origine tedesca Matteo Loves, proprio in considerazione dell’attenzione nitida ai dettagli e alla luce.
Autore | Matteo Loves |
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Tipologia | Dipinto |
Tecnica | Olio su tela |
Misure | 35x153cm |