Rocca di Cento

Questa imponente struttura difensiva sorse nel 1378, per volontà del vescovo di Bologna Bernardo di Bonnevalle, quale freno alle ambizioni di autonomia dei centesi. Fu ricostruita e ristrutturata nei secoli per rispondere ai più moderni canoni dell’architettura militare e per reggere i ripetuti assalti di truppe nemiche.


Alla fine del ‘700 i locali della Rocca, ormai in decadenza, vennero definitivamente destinati a carcere, funzione che avevano già sporadicamente ricoperto a partire dal XVI secolo. Oggi gli interni, completamente restaurati, presentano ambienti di pregio artistico o di interesse storico, come la stanza del camino, la cappella, la sala della trifora, le cannoniere, le prigioni, luoghi suggestivi che ci narrano storie di amori tragici, banditi sanguinari, apparizioni miracolose, o fughe rocambolesche. 


La fondazione trecentesca è legata ai nomi dei più celebri architetti bolognesi dell’epoca, Lorenzo di Bagnomarino e Antonio di Vincenzo, ma durante il ‘400 si rese necessaria una ricostruzione sostanziale della fortezza, su commissione del vescovo Filippo Calandrini (1465). L’aspetto attuale del castello è frutto dell’impronta che volle dargli nel 1483 il cardinale Giuliano della Rovere, futuro papa Giulio II, il quale fece ampliare e modificare l’ala occidentale e commissionò alcune decorazioni di grande pregio (affreschi con motivi a fiorami e un camino decorato a mascheroni).


Il Guercino, con la sua pittura inconfondibile e intensa, vibrante ed emotiva, ha celebrato i paesaggi, i colori e i volti di Cento e l’ha elevata a capitale dell’arte.

 

Foto di Emanuele Boccafoglia